Ammiro moltissimo amici, colleghi e giornalisti che sui social o sulle riviste preposte già ad inizio dicembre hanno spadellato le loro classifiche dei dischi più meritevoli di questo 2023. Io non solo sono ancora indietrissimo con gli ascolti, ma sono ancora in fase di metabolizzazione. Per cui ho scelto la testa di due plausibili categorie, quella “vecchi leoni” e quella “nuove leve”, e vi lascio qua due piacevoli sorprese che ho apprezzato (e ascoltato) parecchio.
1)
Vecchi leoni: sì, quest’anno sono usciti
i Rolling Stones, i Blur e i Beatles, ma visto che se ne è già parlato troppo,
io mi permetto di segnalare che a modo loro (e quindi come sempre in sordina) hanno
fatto uscire il loro ventisettesimo album i norvegesi Motorpsycho. Si
chiama “Yay!” e dopo esser stati prog metal (Che ho apprezzato), pop (che ho
apprezzato), psichedelici (che ho apprezzato un po’ meno) ecco che arriva l’ennesimo
inaspettato scarto: un album west coast, fatto di chitarrine acustiche, coretti
e deliziose melodie da fine estate. L’ho ascoltato quando è uscito, non ci ho
capito niente, l’ho messo da parte e da qualche settimana è il disco che sto
ascoltando di più. Bravissimi Bent e Snah, ancora una volta mi avete stupito (e
un po’ fregato).
2)
Nuove leve: lui è giovanissimo, ma fa un
pop elegante e cantautorale quasi fuori moda. Ha un seguito pazzesco (per
fortuna!), il che mi fa ben sperare: Marco Castello, 30enne da
Agrigento, dopo lo splendido album di esordio del 2021 piazza questo “Pezzi della
sera” con un arrangiamento a base di fiati e tastiere jazz. Non si prende
troppo sul serio sul palco e fuori, ma questo disco è seriamente uno degli
album italiani che ho apprezzato maggiormente, a discapito di Silvestri e
Fulminacci. Sul palco è stato protagonista al Magnolia di Milano di due sold out
recentissimi.
E tutto il resto? Facciamo così: termino gli ascolti, il
pandoro natalizio e poi ne riparliamo.
Nessun commento:
Posta un commento