Colombo (nella versione originale, Columbo)
ha compiuto da poco 50 anni.
La serie poliziesca, interpretata da Peter
Falk, ha esordito nel 1971 sugli schermi della NBC (in Italia arrivò sulla Rete2
nel ’77), e, seppur con una lunga interruzione dal 78 al 89, è andata in
onda per oltre trent’anni, rimanendo un unicum nella serialità “crime” americana.
Per dire, io odio guardare i gialli, mi fanno paura e mi irritano. Ma il Tenente
Colombo (che tra l’altro non viene MAI nominato per nome, ma sappiamo da
qualche fermo immagine in cui mostra il suo distintivo che il suo nome è Frank-
altro motivo per cui mi sta simpatico) mi tiene sempre incollato allo schermo. Ho
provato a riassumere nel seguito di questo articolo i motivi per cui questa
serie è ancora insuperabile ed originale, e cosa la distingue da tutte le altre
serie gialle.
1)
Gli assassini che compaiono nelle varie
puntate sono sempre persone in carriera, con lavori prestigiosi, una
certa fama e pure bellocci. Si va dai dirigenti d’azienda, che magari uccidono
l’amante per non farsi ricattare, agli attori, ai critici affermati. E non è
improbabile trovare tra le guest star gente del calibro di Leslie Nielsen, per dirne uno.
Colombo, per contro, fa sempre la figura dello sfigato: il vero antieroe della
letteratura. Bruttarello, sempre con la macchina scassata e l’impermeabile
sgualcito (che solo in una puntata abbandona per uno nuovo, ma di cui si pente
immediatamente), messo sempre in imbarazzo dai suoi antagonisti che gli offrono
il the indiano per vedere la faccia che fa, o che a tavola gli fanno usare le
posate da pesce che lui non sa usare. Per non parlare della classic gag in
cui la servitù lo cazzia per la cenere che cade dal suo sigaro puzzolente.
Ma non importa, si fa scivolare tutto addosso perché tanto poi vince sempre lui
alla fine.
2)
Colombo oltre che uno sfigato è il
contrario di quanto ci si aspetta da un poliziotto della squadra omicidi (e di
quanto ci presentano tutte le altre serie crime): impacciato nei movimenti,
preso per il culo dai sottoposti e soprattutto incapace nel tenere in mano
una pistola. In una puntata lo richiamano più volte dalla centrale perché non
va mai al poligono ad esercitarsi, pena il ritiro della pistola d’ordinanza.
Niente, è più forte di lui, alla fine delegherà un collega a recarcisi al posto
suo.
3)
La struttura di ogni puntata è la stessa: nella
prima parte ci fanno vedere il figo di turno, il movente e come uccide la sua
vittima. Quasi sempre tutto è premeditato per far sembrare l’atto un
incidente, o per incolpare qualcun altro. Dopo circa 15 minuti Colombo compare,
con la sua macchina sgangherata, ed inizia a tampinare il figo, che
progressivamente perde sicurezza e si trasforma in malcapitato.
4)
Ogni puntata dura come un film, tra
i 75 e i 90 minuti. E, come in un film, è autoconcludente: non succede mai
nulla che faccia da cliffhanger ad una puntata successiva, e mai nessun personaggio
diventa ricorrente. Chessò, nè un collaboratore del Tenente, o una sua segretaria.
Solo Peter Falk compare in tutte le puntate. E la moglie, ovviamente.
5)
La moglie: citata immancabilmente in
ogni puntata, quando in genere inizia a sospettare del figo di turno, ma che, è
risaputo, non compare mai. Salvo nella puntata della nona stagione, Rest in
Peace, Mrs. Columbo, dove i perfidi sceneggiatori danno allo spettatore l’illusione
di vederla in foto, salvo scoprire alla fine che ovviamente non era veramente
lei. Ah, c’è anche il suo cane, che compare in varie puntate. E si chiama solo Cane.
6)
Il fatto che sia un film fatto e compiuto
si porta dietro anche che non ci sia una sigla per riconoscerlo (salvo l’utilizzo
dei caratteri gialli “COLUMBO”, sempre presente in una delle prime scene)
e che la colonna sonora, piuttosto minimale, sia diversa in ogni puntata. Provate
a dirmi che se pensate all’Ispettore Derrick non vi viene subito in
mente invece il walzerone che ne fa da sigla, o che non associate le Charlie’s
Angels al loro funkettino introduttivo.
7)
Il fatto che si sappia subito tutto dell’assassino,
pure il movente e l’arma usata, sposta l’attenzione sulla cura nei particolari
che Colombo pone per cercare di incastrare il colpevole; grazie a questo ho
imparato cose pazzesche, tipo come si giuntano le pellicole cinematografiche, o
la temperatura a cui devono stare le bottiglie di vino in una cantina per non
diventare imbevibili (in entrambi i casi elementi fondamentali per far cadere
in fallo il cattivo di turno). La cosa che mi chiedo sempre è: ma al giorno d’oggi,
con la tecnologia avanzata, cosa mai partorirebbero gli sceneggiatori di
Colombo, che sul cavatappi
a gas (esiste!) ci costruivano la distruzione di un alibi?
8)
I particolari ovviamente vengono scoperti grazie
al modo con cui il Tenente Colombo tampina i colpevoli. La sua tipica frase,
con cui sembra se ne stia andando e poi pungola l’assassino, è “ah, un’ultima
cosa” (in inglese: “one last thing”, ben prima che la usasse Steve Jobs
nelle sue presentazioni per stupire il pubblico col nuovo i-coso di turno).
9)
La parità dei generi: non ho fatto
il conto, ma sono abbastanza sicuro che vi sia un certo equilibrio tra maschi e
femmine, sia tra i colpevoli, che tra gli assassinati e tra i ruoli “prestigiosi”.
Solo i poliziotti (Colombo, e tutte le comparse che gli girano intorno nelle
varie puntate) sono tutti sempre maschi. D’altra parte, la moglie (presumo) è
femmina.
10) Una
curiosità: NBC nel 1978 ha provato, dopo il termine delle prime 7 stagioni, a
dare un volto alla signora Colombo: c’è stato uno spin off, non arrivato
in Italia, ma che ho provato a guardare (“Mrs Columbo”). Le è stato dato
il volto di Kate Mulgrew ed il nome di Kate. Quello che vi posso
dire è che c’è un motivo se questa serie non è poi andata oltre la prima
stagione.
Bene: non so se vi ho convinto, ma ora mi
dovete scusare, perché sto guardando la tv e tra quindici minuti entra in scena
Frank e non me lo voglio perdere.
Ah, un’ultima cosa:
le prime 7 stagioni (le più belle), son su Amazon Prime.
Update: riceviamo e volentieri pubblichiamo dall'amico Marok.org: