Domenica a Bollicine è di scena la sesta manche del prestigioso concorsone estivo Un cantautore per l'estate.
In questo sesto turno si sfideranno altri due grandissimi cantautori, provenienti entrambi dal sud ma purtroppo entrambi scomparsi: il calabrese Rino Gaetano e l'indimenticato Ivan Graziani.
Potete già votare il vostro preferito e indicarci chi è più meritorio per qualificarsi per le finali cliccando sul bottoncione qua sotto:
Invece nella prima parte della puntata vi racconteremo dei 50 anni del mitico "Banana Album" dei Velvet Underground. Il tutto domenica a partire dalle 18.
Ecco le biografie dei due cantautori di turno oggi:
RINO GAETANO
Il re del pop-rock ironico italiano, nasce nel 1950 a Crotone, e nel 1960 si trasferisce con la famiglia a Roma, nel quartiere popolare di Monte Sacro. Rino ha dunque delle origini “umili”, proletarie, ma che lo avvicinano alla realtà delle piccole cose e a quella capacità tutta italiana di sdrammatizzare le tragedie sociali o personali. Aspirante geometra, coltiva i primi interessi artistici più per il mondo del
teatro che per quello musicale, componendo le prime canzoni alla chitarra con stile sarcastico, una modo di fare musica popolare, poco in linea con la tendenza seriosa e ideologica di quel periodo. Nei primi anni Sessanta suscita la curiosità di due discografici romani, Sergio Bardotti e Vincenzo Micocci: il primo successo arriva nel 1975 con il singolo intitolato “Ma il cielo è sempre più blu”, una sorta di filastrocca sui vizi e le contraddizioni della società italiana.
Nel 1976 esce l'album “Mio fratello è figlio unico” – che include la famosa, divertente e sarcastica Berta filava – imponendo Rino Gaetano come cantautore fuori dagli schemi: aveva messo la satira sociale e politica nella musica pop.
Il grande successo arriva con il singolo estratto intitolato “Gianna”, canzone portata al Festival di Sanremo del 1978, dove Rino si presenta come un classico artista da varietà, indossando frac e cappello a cilindro. Sul palco del Teatro Ariston Gianna si piazza al terzo posto, ma raggiunge il top nelle classifiche di vendita e ci rimane per diverse settimane.
L'ultimo album inedito di Rino, “E io ci sto”, esce nel 1980 e rimane una sorta di previsione su ciò che le indagini di “mani pulite” avrebbero messo drammaticamente in luce, oltre un decennio dopo.
Il 2 giugno 1981 un incidente stradale ci impedisce di sapere quant'altro ancora avrebbe detto questo giullare degli anni 70, che perde la vita a soli 31 anni. Di sicuro le sue canzoni hanno aperto la strada a molti gruppi musicali che hanno fatto e fanno umorismo usando parole e musica, anche se in anni sicuramente più facili per la satira e l'ironia.
IVAN GRAZIANI
Scomparso nel 1997, i fan attendono anche per lui la solita ondata di "rivalutazione" che puntualmente tocca quegli artisti di valore poco considerati quando erano in vita, magari in favore di ben più mediocri strimpellatori. Eppure l'abruzzese (ma di madre sarda) Ivan Graziani, nato a Teramo nel 1945, ha sfoderato una serie di canzoni di grande cantabilità e di indimenticabile tenerezza espressiva (si veda la serie di titoli dedicata a nomi di donna).
Dopo aver masticato musica fin da piccolo - in particolare il rock- Graziani partecipa al Cantagiro del 1967 classificandosi ultimo con l’ “Anonima Sound”; i ragazzi si rifanno però l'anno dopo con un buon piazzamento.
Nel 1974 inizia finalmente la carriera di cantautore solista, e due anni dopo inizia la collaborazione con Lucio Battisti: nel 1976 esce un disco pubblicato dalla casa discografica Numero Uno, proprietà del duo Mogol-Battisti: "Ballata per 4 stagioni". Le vendite purtroppo sono ben inferiori alle aspettative.
Nel 1978 con l’album "Pigro" arriva la consacrazione: le canzoni "Monna Lisa", "Pigro" e "Paolina" sono veri e propri tormentoni, riproposti in continuazione dalle radio del periodo. Nel 1979 "Agnese" diventa una hit, mentre nel 1980 "Firenze" rende Ivan Graziani la stella musicale del momento.
Arrivato in vetta però comincia la sua lenta parabola discendente. I suoi successivi lavori stranamente non ottengono il consenso sperato. Inizia una fase un po' oscura e poco produttiva: il pubblico pare averlo proprio abbandonato.
I giovanissimi lo scoprono con "Maledette Malelingue" nel Festival di Sanremo del 1994, ma le vendite dei sui dischi permangono su cifre non entusiasmanti. Come cantautore rimane legato alla sua poetica, usa a raccontare la realtà della provincia.
Il giorno 1 gennaio 1997 Graziani, non ancora cinquantatreenne, si è spento colpito da un male incurabile.
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