Giunti infatti al sesto album, rimescolano un po' le carte, ed in particolare "asciugano" il brodo, solitamente composto da una miscela esplosiva di ironia, elettronica, musica rinascimentale e metal, per arrivare ad una durata complessiva di poco più di mezz'ora.
Gia'dal primo ascolto emergono i tratti caratteristici e le sonorità tipiche, ma l'impressione e'che stavolta i brani siano stati un po' ripuliti ed abbelliti, a tratti resi addirittura pop, forse per ampliare il pubblico di fan che da anni segue il gruppo cult piacentino (se non avete mai visto un loro concerto, vi consiglio di farlo in una di queste date).
Ma torniamo al disco: zeppo di trovate divertenti, giochi di parole e riferimenti, riassume condensandola la poetica musicaperbambiniana dei dischi precedenti, e forse, per chi già li segue, qui sta un po' il limite: a tratti sembra una bella copia (bella, pero'!) di alcuni riuscitissimi brani del gruppo, e in questo manca un po' di originalità. Per chi invece conosce solo superficialmente i loro album, si tratta sicuramente di un ottimo modo per innamorarsi di loro.
Ai neofiti, consiglio ad esempio di partire dal brano conclusivo, che mischia con dolcezza medievalesimo e trame porno-soft:
Chi invece già frequenta i lidi piacentini, si infatuerà di questa favoletta aulico-splatter.
Il disco rimane comunque uno dei più interessanti del panorama italiano (citazione di Elio, tanto per non far nomi), soprattutto per la capacita' di creare un mondo fantastico e vagamente insanguinato che attrae e stordisce l'ascoltatore che si imbatterà in esso.
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