"[David Bowie in
Hunky Dory] è una boccata d’aria fresca per lo schema classico della canzone cantautorale. Una ridefinita estetica decadente che lega insieme melodie irresistibili, arrangiamenti pieni di mistero e testi su più livelli tra narrazione, filosofia e allegoria. Nel piano melodrammatico di “Oh! You Pretty Things” l’avvento di un homo superior che canta ritornelli inquietanti quanto orecchiabili. Bowie mette in mostra il suo gusto kitsch per la parodia e, dopo aver deriso il vibrato di Bolan in “Black Country Rock”, osa fare il verso al suo nuovo nume Lou Reed nella scomposta e sfacciata “Queen Bitch”.
Musicista, intrattenitore o splendido attore? Semplicemente uomo effeminato privo di direzioni precise e, così, il perfetto pop di “Changes” diventa quasi un manifesto d’intenti".
Cosi'
Mauro Vecchio descrive, nella sua
guida, l'estetica che nei primi anni 70 andava sotto il nome di
Glam rock e che accomunava artisti del calibro di
Marc Bolan, Alice Cooper, Lou Reed oltre al gia' citato David Jones (più conosciuto come
Bowie).
Ne parleremo oggi a partire dalle 17,35 a
Bollicine su
Radio Popolare.
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Ziggy in un sobrio abito da passeggio |
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